Milano odia

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Si può raccontare un’epoca attraverso un singolo film? A volte sì, soprattutto quando certe pellicole entrano a far parte del nostro immaginario quotidiano influenzando il linguaggio, i costumi e i suoni. Così è stato per il cinema poliziesco degli anni settanta e per uno deifilm più importanti di quella stagione: Milano odia: la polizia non può sparare, datato 1974, con la regia di Umberto Lenzi e Tomas Milian, Henry Silva, Ray Lovelock come protagonisti.
Il volume monografico che Paolo Spagnuolo dedica a questo film-cult è una vera miniera d’oro per gli appassionati di cinema. Il progetto originale è stato discusso insieme al regista, poco prima che spirasse e gran pare dei materiali provengono dal suo archivio e da quello degli eredi della Dania Cinematogra ca, che lo hanno fornito in esclusiva. Tra questi: la sceneggiatura dattiloscritta, il soggetto, la documentazione sulla colonna sonora composta da Ennio Morricone, le fotogra e di scena in originale (quasi tutte inedite), locandine, fotobuste.
Completano il quadro racconti e interviste con il cast tecnico e con gli attori, tra cui una lunga intervista a Tomas Milian e un’intervista con Ray Lovelock. Non mancano gli interventi di “nomi” legati al cinema anni settanta come il regista Enzo G. Castellari, e i contributi di critici e giornalisti.
Un lavoro di ricerca e documentazione che ricostruisce, anche attraverso aneddoti interessanti e divertenti, la storia di un’epoca del nostro cinema, adatto sia agli esperti che ai neofiti. Un viaggio in un film e in un genere che ancora oggi sono oggetto di culto in Italia e all’estero, come dimostrano le tante interviste rilasciate da Quentin Tarantino dove cita Milano odia tra i film che lo hanno maggiormente ispirato.

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